Intervista esclusiva ad Andrea Giuliacci, meteorologo del Centro Epson Meteo di Milano, sulle tendenze climatiche del pianeta

http://blueplanetheart.blogspot.it/2012/10/intervista-esclusiva-ad-andrea.html

Andrea Giuliacci: Laureato in Fisica a Milano con una tesi sull’influenza de El Niño sul clima italiano, svolge dal 1995 attività di meteorologo presso il Centro Epson Meteo. Ha pubblicato: nel 2001, assieme a Mario Giuliacci e P. Corazzon, “Prevedere il tempo con Internet”; nel 2002 come unico autore,  “I Protagonisti del clima”; nel 2003, con altri autori, “Manuale di Meteorologia”; nel 2005, assieme a P. Corazzon, R. Bellofiore, “La Meteorologia in mare”; nel 2009 come unico autore "Il clima come cambia e perchè" e "Global Warming". Inoltre collabora, attraverso articoli riguardanti meteorologia e clima, con le riviste Domenica Quiz, Di Più, Intimità, Home e in passato anche con le riviste scientifiche Newton, La Macchina del Tempo e Oblò. Dal febbraio 2002 è meteorologo di riferimento in video per il Tg Studio Aperto sul canale televisivo Italia 1. Dal 2002 al 2006 ha curato gli interventi di informazione meteorologica all’interno del varietà domenicale “Buona Domenica” in onda ogni domenica sul canale televisivo Canale 5 e dal 2004 al 2006 all’interno del programma di informazione “MCS Tutte le Mattine” in onda sempre su Canale 5. Dal 2007 è professore a contratto di Fisica dell'Atmosfera presso l'Università Bicocca di Milano. al 2007 al 2009 ha svolto una ricerca sulle ondate di caldo estivo e le isole di calore urbano presso l’Università Federico II di Napoli (nella foto con il Prof. Adriano Mazzarella responsabile dell'Osservatorio Meteorologico della Federico II) conseguendo il dottorato in Scienze della Terra. Dal febbraio 2008 cura le previsioni del tempo in video anche per il TG5, e da settembre 2009 è meteorologo di riferimento della trasmissione di informazione Mattino Cinque, in onda tutte le mattine su Canale 5.

 Ciao Andrea, si sente spesso dire che il clima del nostro Pianeta nel corso degli ultimi decenni è notevolmente cambiato. Si tratta di un’esagerazione oppure il clima sta davvero cambiando? 

A.G. In effetti le temperature registrate dai termometri di tutto il Mondo nel corso degli ultimi 130 anni e oltre ci dicono che, innanzitutto, il nostro Pianeta si è riscaldato con grande rapidità. In particolare nel corso del XX secolo le temperature medie planetarie sono aumentate di circa 0,6-0,7 gradi, ma questo riscaldamento non è stato né costante né, soprattutto, uniforme: alcune regioni si sono riscaldate di meno e altre di più, e fra le zone del Pianeta che si sono riscaldate maggiormente c’è, ahimè, anche l’Europa. A conferma del surriscaldamento del Pianeta, fenomeno noto come Global Warming, le tre annate più calde dell’era moderna a livello planetario sono tutte comprese nell'ultimo periodo: l’anno più caldo dal 1880 a oggi è stato infatti il 2010, seguito da 2005 e 1998.

Ci hai detto che l’aumento delle temperature è stato di “circa” 0,6-0,7 gradi: ma se sono dati registrati, non è possibile ottenere un valore preciso?

 

A.G. In realtà tutto dipende dal Centro Meteorologico che analizza questi dati. NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration – l’Agenzia americana per gli oceani e l’atmosfera), la NASA e il CRU (Climate Research Unit) britannico danni valori leggermente diversi perché diverso è il numero di stazioni utilizzate e il metodo attraverso cui sono stati elaborati questi dati.

Ma è solo una questione di temperature oppure il cambiamento climatico ha interessato altri aspetti atmosferici?

 

A.G. In realtà le maggiori quantità di calore immagazzinato nell’Atmosfera inevitabilmente hanno alterato la circolazione atmosferica generale cambiando così il percorso delle perturbazioni e le abitudini dei grandi centri barici. Inoltre a riscaldarsi sono stati anche gli oceani e quindi sono cambiate anche le quantità di calore e umidità che i mari del Pianeta trasferiscono all’Atmosfera. Insomma, oltre alle temperature sono cambiati tanti altri parametri climatici e in particolare si è trasformato il regime delle piogge: nel corso del XX secolo ad esempio a livello globale ha piovuto circa il 2% in più rispetto al secolo precedente, ma contemporaneamente sono aumentati i periodi di siccità, e si stima che oramai circa il 30% delle terre emerse del Pianeta soffra con una certa regolarità di periodi di siccità di varia gravità.

E in Italia, come è cambiato il clima?

A.G. Purtroppo l’Europa come detto è uno dei continenti che ha subito i cambiamenti climatici più importanti, e ciò è vero soprattutto per l’area mediterranea e quindi anche per l’Italia. In particolare dal 1979 a oggi si è osservato un aumento delle temperature medie di oltre un grado, quindi un riscaldamento decisamente importante, che ha reso le nostre estati più torride e gli inverni più miti. Le piogge annuali a livello nazionale non sono cambiate di molto (diminuite appena di circa 14 millimetri al decennio), ma non lasciatevi ingannare: la quantità d’acqua è sempre più o meno quella, ma sono cambiate le modalità con cui cade! In particolare secondo uno studio del CNR, condotto analizzando le serie storiche lunghe almeno 130 anni di 40 località italiane, dal 1880 a oggi a livello nazionale i giorni piovosi sono diminuiti di circa il 12%, ma in compenso è aumentata l’intensità media della pioggia: insomma, piove meno di frequente, ma quando piove lo fa con maggior cattiveria! Ed è una tendenza che interessa in generale gran parte del Pianeta, come dimostrato anche dalle analisi contenute nell’ultimo rapporto del IPCC.

E per il futuro, cosa dobbiamo attenderci?

A.G. Purtroppo le prospettive a livello globale sono tutt'altro che confortanti. Tutte le più attendibili proiezioni condotte con modelli matematici capaci di simulare l’evoluzione climatica futura indicano infatti come molto probabile un ulteriore riscaldamento del nostro Pianeta, e sotto tali condizioni inevitabilmente la distribuzione delle piogge subirà ulteriori cambiamenti: in particolare le analisi contenute nell’ultimo rapporto del IPCC indicano che in alcune regioni, fra cui purtroppo anche il Mediterraneo, entro la fine del secolo le piogge potrebbero ridursi fino anche del 40%. Altre proiezioni realizzate dalla NASA suggeriscono invece che l’intensità media della pioggia aumenterà in tutto il Pianeta, ma fra le zone in cui l’effetto sarà più evidente ci saranno soprattutto le medie e alte latitudini del Nostro Emisfero. Insomma, in Italia, stando a tutte queste proiezioni, entro la fine del secolo potrebbe piovere molto di meno, ma e le piogge residue potrebbero avere un carattere decisamente violento.

Michele Cavallucci


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Aggiornato al 31/12/2014

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