2006-2007

2006 - 2007

Dall’autunno 2006 ha avuto inizio una forte siccità che ha interessato soprattutto il nord del paese ( soprattutto il settore centro-occidentale alpino). Anche l’Italia centrale non è stata risparmiata da una graduale e costante diminuzione delle precipitazioni, tendenza che è proseguita anche in inverno-primavera 2007. Solo a partire da questa estate, limitatamente al settore alpino (Alpi e Prealpi), pare che si sia innescata una tendenza ad un cambio di rotta, per il manifestarsi, in queste aree, di frequenti precipitazioni prevalentemente temporalesche. Però, è ancora presto per parlare di inversione di tendenza vera e propria, che può essere tale, solo se verrà confermata da copiose precipitazioni autunnali. Dall’inizio dell’anno al 31 agosto a Perugia il deficit pluviometrico, sommato all’autunno 2006 è notevole , in considerazione anche del fatto che, in questo stesso periodo, le temperature sono state elevate, costantemente al di sopra della media, sia in inverno-primavera che nell’estate appena conclusa. Infatti, la temperatura media dell’estate 2007 è risultata di 31,4°C con soli 68mm di precipitazioni.) Un deficit annuale di precipitazioni intorno al 30%, dato che va sommato al -40% dell’autunno scorso. Per l’Umbria, come per il resto del centro-Italia, non si intravedono a tutt’oggi sostanziali inversioni di rotta, decisivo al riguardo sarà l’andamento meteorologico dell’autunno  2007. Queste condizioni climatiche hanno sicuramente agevolato e creato le premesse favorevoli perché, la mano dei piromani, spesso anche assassini e degli speculatori senza scrupoli, agisse con il massimo danno. Infatti, si è consumata, sul fronte degli incendi, per il nostro paese, come per altre aree del Mediterraneo, una delle stagioni più negative mai registrate. Da non sottovalutare neanche tra le cause, l’aspetto della disattenzione colposa e della scarsa educazione ambientale. L’Umbria, grazie probabilmente ad un’accorta politica di prevenzione, nonostante le premesse climatiche fossero sfavorevoli, quasi come nelle altre aree colpite, è uscita da questa emergenza, fortunatamente con poche ferite. Ma l’Italia centro-meridionale, la Sicilia, in parte la Sardegna, ed altre parti del Mediterraneo (come la Grecia, la Croazia, e le coste Algerine) hanno riportato in questa stagione estiva, ferite profonde ed estese. Le cause meteorologiche di queste prolungate siccità, che favoriscono poi, questi scempi naturali, vanno ricercate nelle ondate di calore legate all’anticiclone nord-africano, che si espande sempre con maggiore frequenza verso nord, abbracciando ora il Mediterraneo occidentale, ora quello orientale. Riportiamo due esempi esplicativi riscontrati nelle ultime due estati: nell’agosto 2006 (mentre l’Italia era bersagliata da temporali) una prolungata siccità ha colpito, peraltro, una delle zone più umide e piovose del continente europeo, la Galizia (Spagna nord occidentale), ed il Portogallo settentrionale, con lo scoppio di incendi devastanti come documentato dall’immagine satellitare sat. 24, relativa all’agosto 2006 con distruzione di considerevoli porzioni di foreste. Nell’estate 2007 è toccato all’Italia centro-meridionale e alla Sicilia, al Peloponneso greco (63 morti per i roghi). Regioni che hanno subito le conseguenze di tre-quattro ondate di calore che, dalla terza decade di giugno, fino alla fine di agosto, hanno colpito queste zone del Mediterraneo con temperature costantemente al di sopra dei 40°C. Riportiamo le immagini riprese dai satelliti in questa estate 2007 (davvero senza commento): nell’immagine sat. 25 si vede la Grecia con il Peloponneso in fiamme; nell’immagine sat. 26 l’Abruzzo e il Gargano; nell’immagine sat. 27 le coste mediterranee dell’Algeria con roghi vastissimi. Oltre lo studio e l’approfondimento di questi fenomeni da parte della comunità scientifica e il loro probabile collegamento con i cambiamenti climatici, la cosa che ci rimane da fare da subito, quando si manifestano queste ondate di calore così intense, è quello di attrezzarci come se fosse in arrivo un’ondata forte di maltempo, perché di questo si tratta. Ancora oggi, con troppa superficialità si contrastano questi fenomeni: scarsa è la prevenzione, poca l’educazione, poche sono le strategie comuni da mettere in campo. Anzi, dinnanzi a previsioni di fenomeni del genere, sul territorio, si continua a fare quello che si fa tutti i giorni, per così dire normali: si bruciano le stoppie, si fanno le scampagnate, si accendono fuochi, si manda in ferie tranquillamente chi dovrebbe fare prevenzione o addirittura, chi dovrebbe intervenire, e l’elenco sarebbe lunghissimo. Invece, in quei giorni, quando le ondate di calore colpiscono ripetutamente una regione, la vera prevenzione da mettere in campo sarebbe quella di avere la capacità come di “rallentare” le attività più impattanti con gli ecosistemi fragili, come i boschi e le foreste sottoposti a situazioni estreme di stress. Anche questa sembra essere un’altra sfida della nostra società, figlia anch’essa dei cambiamenti climatici, in un futuro che sembra già iniziato.

incendi in Europa agosto 2007


Sat 24. Incendi in Galizia, 7 agosto 2006. Courtesy of National Aeronautics Space and Administration NASA

Sat 25. Incendi in Grecia, 26 agosto 2007. Courtesy of National Aeronautics Space and Administration NASA

Sat 26. Incendi nel Gargano e in Abruzzo, 24 luglio 2007. Courtesy of National Aeronautics Space and Administration NASA

Sat 27. Incendi in Algeria, 29 agosto 2007  Courtesy of National Aeronautics Space and Administration NASA

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Aggiornato al 31/12/2014

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