LE ALTE TEMPERATURE SEMBRANO AVER SCONGIURATO EVENTUALI ULTIMI ATTACCHI DELLA MOSCA

LE ALTE TEMPERATURE SEMBRANO AVER SCONGIURATO EVENTUALI ULTIMI ATTACCHI DELLA MOSCA  - NOTIZIARIO DELL’OLIVICOLTORE n° 8 del 16 settembre 2018 - a cura dell'Agr. Moreno Moraldi

Come già segnalato nel precedente bollettino n. 7 dell’inizio di questo mese la presenza della mosca è confermata in vari comprensori dell’Umbria e, per alcuni Comuni, i bollettini regionali a disposizione degli agricoltori consigliano, già da qualche settimana, di intervenire con trattamenti ovicidi e larvicidi. La situazione è molto variabile da zona a zona e da una cultivar all’altra. Ad esempio, sulla cultivar Moraiolo, largamente presente nella fascia olivata che va da Assisi e Spoleto, la mosca è presente solo sporadicamente ed al momento non raggiunge quasi mai livelli meritevoli di attenzione.

Tra l’altro, nelle esposizioni più soleggiate, gli olivi iniziano a risentire della mancanza di precipitazioni e le drupe evidenziano le prime conseguenze della siccità con raggrinzimento dell’epicarpo e visibile mancanza di turgidità. In queste condizioni la mosca è riluttante nel deporre le uova. Le temperature della scorsa settimana, che in diverse zone della regione hanno superato i 32°C durante il giorno, con picchi anche più elevati, hanno scoraggiato la deposizione delle uova da parte dell’insetto.

Quanto detto non ci lascia comunque tranquilli visto che, invece, per le cultivar Frantoio, Leccino e, soprattutto per le altre a frutto di grosse dimensioni presenti sporadicamente negli oliveti, la presenza delle ovideposizioni supera in molti casi il livello del 10% indicato quale soglia oltre la quale intervenire. Per quanto detto potrebbe verificarsi il caso limite di dover effettuare i trattamenti su alcune piante e non su altre, soprattutto nel caso in cui le diverse cultivar fossero posizionate in file separate. Quale ennesimo promemoria si riporta di seguito il metodo suggerito per un controllo approfondito della presenza dell’insetto:

- raccogliere 100 olive prelevandole ad oltre 150 cm di altezza da terra, nella parte della chioma esposta a sud (10 olive per pianta su 10 piante in totale) scelte a caso nelle diverse zone dell’oliveto evitando di prenderle dai rametti con elevata quantità di fruttificazione (sugli appezzamenti particolarmente vasti si preferisce raccogliere 5 olive per pianta su 20 diverse piante). Tagliare le drupe raccolte con un bisturi facendo delle sottilissime fette di pochi decimi di millimetro, procedendo dall’esterno verso l’interno; controllare le parti tagliate con una lente di ingrandimento (almeno da 10 x, meglio se più potente) per verificare la presenza di uova vitali o di larve già nate. Qualora nell’oliveto fossero presenti delle olive da mensa, le preferite dalla mosca, si consiglia di controllare queste per prime ed in maniera separata rispetto a quelle da olio. L’eventuale trattamento dovrà essere effettuato solo nel caso in cui, tra le 100 olive raccolte, ve ne siano più di 8-10 con presenza di uova fertili o larve vitali.

Come già ribadito in passato, riportiamo di seguito i suggerimenti per intervenire nei diversi metodi di conduzione, ricordando sempre il possibile effetto preventivo ottenibile con i trattamenti a base di rame per scoraggiare l’ovideposizione e per produrre una certa mortalità a carico degli stadi larvali più giovani.

Per gli oliveti biologici o similari, condotti con lotta preventiva e adulticida non si deve attendere il superamento della soglia, ma è indispensabile intervenire con la lotta adulticida preventiva. Le indicazioni di intervento sono le seguenti:

-  contenere gli adulti con i metodi ritenuti più efficaci in rapporto ai costi: interventi con Spinosad, con Beauveria bassiana, cattura massale (es. trappole Attract & Kill o altre di sicura efficacia), ecc.. Potrebbe anche essere conveniente, per confondere l’insetto, l’imbiancatura della chioma con caolino da ripetersi dopo ogni pioggia. Vista l’epoca ormai avanzata non si ritiene opportuno consigliare l’imbiancatura con i formulati contenenti dei collanti (Manisol, ecc.) perché il prodotto potrebbe arrivare quasi integro fino al momento della molitura.

Per gli oliveti non biologici, condotti con il metodo della lotta curativa ovicida/larvicida:

- dove l’infestazione attiva è sotto soglia, può essere sufficiente utilizzare i percorsi di lotta previsti per gli oliveti biologici. Nel caso di superamento della soglia di intervento prevista per i trattamenti ovicidi e larvicidi, bisogna tener conto, al fine di far coincidere i giorni di attesa con il giusto periodo di raccolta delle olive, che:

-  l’efficacia dei singoli prodotti (periodo durante il quale il prodotto rimane attivo nei confronti del parassita) è di circa 18-20 giorni per dimetoato, fosmet ed imidacloprid;

-  il tempo di carenza (giorni che devono trascorrere tra l’ultimo trattamento e la raccolta delle olive) è di almeno 28 o più giorni a seconda del formulato.

Si ricorda che con fosmet e con imidacloprid non può essere fatto più di un intervento all’anno, mentre si può arrivare fino a due soltanto con il dimetoato od alternando due dei tre diversi prodotti.

In base a quanto previsto al punto A.2.2 del PAN (Decreto interministeriale 22 gennaio 2014 in attuazione del D.lgs. 150/2012) ricordarsi sempre di tabellare il perimetro della zona trattata per evitare l’accesso agli estranei avvertendo dell’elevato pericolo soprattutto i raccoglitori di erbe campagnole e di frutti selvatici, segnalando che il rischio si estende almeno fino alla fine del tempo di carenza. 


Buon lavoro a tutti.

Moreno Moraldi
studio.proverde@gmail.com

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Aggiornato al 31/12/2014

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